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Mi chiamo Saveria e, da qualche anno, allevo con entusiasmo Barbute Belghe, in particolare Barbute di Anversa, che sono in assoluto le mie preferite. Il mio allevamento si trova in una zona collinare abbastanza isolata, il che, se non mi ha propriamente facilitato a causa della presenza di numerosi predatori nella boscaglia circostante, mi ha permesso di evitare - almeno sino ad ora - quei contrasti con il vicinato che, ahimé, sono una delle più...
e-mail: ilsognodellabarbuta@gmail.com
L’allevamento di Galline Ovaiole
(quanto riportato è stato tratto da articoli presenti su wikipedia che ne consente la condivisione e riutilizzo poiché sotto licenza libera e aperta)
Esistono vari tipi di allevamento delle galline ovaiole (cioè quelle galline destinate alla produzione di uova ad uso commerciale) che si differenziano in:
Allevamento in gabbie:
Questo tipo di allevamento convenzionale, o batteria, le galline vengono sistemate in strutture metalliche di 40 cm di altezza e 550 cm2 di superficie piana leggermente inclinata, servite da mangiatoie (ogni capo ne ha a disposizione 10cm) e abbeveratoio automatico. Le gabbie sono sovrapposte in 4 o 5 livelli ed ognuna contiene 5 animali con una densità di 22 animali per metro quadro.
Di seguito viene riportato quanto previsto dalla Direttiva CE 99/74 che mette al bando quanto descritto sopra, i punti salienti della direttiva relativi alle GA-GM sono i seguenti (tratto dall’art. di GIUSEPPE BONAZZI – Centro Ricerche Produzioni Animali di Reggio Emilia):
1) le galline devono disporre di almeno 750 centimetri quadrati di superficie di gabbia per capo, dei quali 600 devono essere di superficie utilizzabile;
2) la pendenza del pavimento non deve eccedere il 14 %;
3) l’altezza nell’area utilizzabile deve essere di almeno 45 cm;
4) in ogni gabbia deve esserci almeno un nido per la deposizione delle uova;
5) nella gabbia devono essere introdotti dei posatoi (almeno 15 cm per ogni capo) per poter permettere alle galline di appollaiarsi;
6) ogni capo deve avere a disposizione almeno 12 cm di mangiatoia;
7) deve essere previsto un sistema di abbeveraggio appropriato (nel caso di tettarelle o coppette, devo essercene almeno due per gabbia);
8) devono essere installati dispositivi per la limatura delle unghie;
9) deve essere messa a disposizione delle galline una lettiera per razzolare e becchettare;
10) file di gabbie devono essere separate da corridoi aventi una larghezza minima di 90 cm e deve essere previsto uno spazio di almeno 35 cm tra il pavimento del ricovero e le gabbie dei ripiani inferiori;
Quanto riportato deve essere rispettato dal 1° Gennaio 2012 anche se, come sempre, esistono le eccezioni. Si parla della Possibilità di poter reperire gabbie che siano state progettate e realizzate seguendo i criteri riportati nella direttiva e che siano dichiarate idonee dagli organi comunitari. Quindi, ci si può ritrovare difronte a gabbie prive della lettiera, dei posatoi, della cova e del dispositivo di limatura delle unghie che diventerebbero come degli optional installabili successivamente ma così potrebbe non essere fatto finché non vengano progettati sistemi approvati dai competenti organi.
Gli allevamenti diversi da quello in gabbia vengono chiamati sistema alternativo.
L’allevamento a terra:
Le galline vivono libere in capannoni a diversi livelli (fino a 4) con un nido per ogni 7 animali e dove si trovano le mangiatoie e gli abbeveratoi. Il capannone più comune è il singolo, con un pavimento grigliato ed inclinato al di sotto del quale si trova la fossa biologica, la densità è di circa 10 capi per metro quadro.
L’allevamento all’aperto (free range):
le galline hanno a disposizione un ricovero al riparo dalle intemperie, con mangiatoie e abbeveratoi, con uno spazio dove razzolare. In questo caso la densità di popolazione è minore, ma la mortalità è più alta rispetto all’allevamento in gabbia con una produzione di uova minore.
L’allevamento biologico:
Simile all’allevamento all’aperto ma segue un proprio disciplinare di produzione che prevede l’utilizzo di galline rustiche. La densità non deve superare i 6 animali per metro quadro nel ricovero (massimo 3000 ovaiole per ricovero) e devono avere accesso ad un parchetto esterno (4 metri quadri per capo) per almeno 1/3 della loro vita. I parchi esterni possono prevedere zone d’ombra e macchie di vegetazione per il riparo contro i predatori. L’alimentazione deve essere effettuata con mangimi biologici, in genere cereali.
Questo tipo di allevamento, rispetto all’allevamento in gabbia, presenta i seguenti vantaggi:
- Maggiore spazio per esprimere le forme comportamentali tipiche;
- Ossa più robuste;
- Maggiore facilità di ispezione dei capi;
- Condizioni ambientali con livelli minori di ammoniaca e polveri;
Gli svantaggi sono:
- Minore produzione di uova;
- Maggiore infestazione di malattie parassitarie e coccidiosi con il conseguente ricorso all’utilizzo di farmaci;
- Condizioni ambientali con aumentati livelli di ammoniaca e polveri dovute ad una meno frequente rimozione delle deiezioni (si parla dei capannoni)
- Aumento di uova rotte, incrinate, sporche e deposte fuori dal nido.