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Benvenuto

djMi chiamo Saveria e, da qualche anno, allevo con entusiasmo Barbute Belghe, in particolare Barbute di Anversa, che sono in assoluto le mie preferite. Il mio allevamento si trova in una zona collinare abbastanza isolata, il che, se non mi ha propriamente facilitato a causa della presenza di numerosi predatori nella boscaglia circostante, mi ha permesso di evitare - almeno sino ad ora - quei contrasti con il vicinato che, ahimé, sono una delle più...

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e-mail: ilsognodellabarbuta@gmail.com

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Fin da piccola mi é sempre piaciuto "pastrocchiare" con i colori, mischiare "questo" con "quello" per vedere cosa saltava fuori sia che avessi per le mani le tempere, gli acquarelli o le chine.
Non ho mai saputo disegnare purtroppo, pertanto i risultati che ottenevo - la mia "arte astratta" - erano perlopiù costituiti da pastrocchi informi delle più variabili sfumature. 
Con il passare deglli anni, riposti saggiamente pennelli, tubetti e fogli nel cassetto, l'interesse per il colore é rimasto: non é certo un caso che io mi applichi ad una razza di polli in particolare annoverabile tra quelle che possono vantare il maggior numero di colorazioni fissate, numero che, grazie all'opera instancabile di appassionati allevatori (soprattutto tedeschi ed olandesi), é oltretutto sempre in aumento!
E' chiaro che fissare una determinata colorazione  in un pollo non é proprio operazione immediata come lo "sputare" a casaccio con la cannuccia stelle di chine colorate su un foglio bianco Risatona!
Si tratta invece di un'operazione che presuppone delle conoscenze specifiche perché in natura, dietro ad ogni livrea, esiste un preciso codice genetico spesso solamente in parte decifrabile.

Il mio interesse alla genetica delle colorazioni ha preso piede si é sviluppato con il contributo di un amico (purtroppo non più amico) Fiammingo.
Nel periodo della nostra frequentazione, egli mi ha insegnato a dare un significato a molte delle sigle genetiche che, solo fino a qualche tempo prima, per me equivalevano a frasi scritte in aramaico, spiegandomi altresì molti dei rapporti di dominanza e recessività esistenti tra i vari geni coinvolti in una determinata colorazione.
La mia curiosità ed in un certo senso anche la mia testardaggine, mi hanno in seguito spinto a ricercare ed a leggere (non senza molte difficoltà) vari testi e pubblicazioni straniere su questa materia al fine di approfondire le varie nozioni che egli - con assoluta "nonchalance" mi "snocciolava" di volta in volta.
Il risultato di questa operazione - tutt'ora in corso nonostante io non possa più contare sul suo apporto - non supera, in concreto, il livello di una basilare infarinatura che. pur con i suoi molti limiti, mi permette di cimentarmi con sufficiente disinvoltura in alcuni semplici progetti di selezione che ho raccolto in questa sezione.
Certo, non ci sono libri o testi che mi possano permettere di superare quello che é un insormontabile deficit formativo (nella vita io mi occupo di tutt'altro Santarellino), un deficit del quale sono pienamente consapevole e con il quale convivo rassegnata.
Tutto quanto sarà ritrovabile nelle sottosezioni che seguono, pertanto, dovrà essere inteso come un mio personale approccio alle nozioni che ho fin qui appreso, probabilmente non scevro da qualche clamoroso errore Linguaccia.
E' importante tenere presente inoltre, che tutte le previsioni che verranno di volta in volta enunciate nell'ambito dei vari progetti, muovono i passi dal presupposto teorico che i soggetti utilizzati come base di partenza per la selezione, siano "puri" - animali cioé, che abbiano tutto il bagaglio di geni che contribuiscono a formare la loro specifica colorazione in omozigosi -  il che in pratica ... Non avviene mai!
Si consideri a questo proposito che mentre alcuni geni sono immediatamente percepibili nel fenotipo di un animale perche completamente od incompletamente dominanti; altri, viceversa, sono destinati a rimanere celati ai nostri occhi (ma non per questo assenti!!) perché recessivi ed allo stato eterozigote in quel determinato soggetto.
Ogniqualvolta, dunque, ci si voglia cimentare in operazioni di incrocio tra differenti colorazioni del tipo di quelle trattate in questa sezione, sarebbe sempre ragionevole attendersi - ed accettare di buon grado - delle "sorprese"... impreviste
.
E' evidente che molti allevatori sono spesso assai risoluti nel bollare questi "imprevisti" come "scarto", qualcosa di cui liberarsi quanto prima possibile.
Questo approccio a me personalmente pare un po' limitato, soprattutto se si tiene in considerazione il fatto che molte tra le nuove colorazioni sono nate proprio da un "imprevisto" che qualcuno ha saputo adeguatamente valorizzare e portare avanti fino a farne una selezione autonoma.
La mia natura abbastanza "curiosa" mi fa trovare molto stimolante l'avere nel mio allevamento qualche soggetto "differente" rispetto a qualsivoglia standard, senza contare che, spesso, questi esemplari "atipici" sono una vera gioia per gli occhi Occhiolino; per questo ho deciso di dedicare loro un'apposita sottosezione nella categoria "Mettiamoci in gioco", quella dedicata agli "ibridi di colorazione" .
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